Da Napoli un altro segno di civiltà:
il caffè sospeso

Pubblichiamo la traduzione integrale dell'articolo di Gianni Cipriano e Gaia Panigiani pubblicato dal New York Times il 24 dicembre 2014:

A Napoli, l'omaggio del caffè agli ospiti stranieri (pagina 1)

Lo Storico Gran Caffè Gambrinus, che onora la tradizione napoletana del "caffè sospeso". La consuetudine, esplosa durante la Seconda Guerra Mondiale, sta vivendo in questi ultimi anni un nuovo boom.

NAPOLI, Italia — Un'azzurra mattina di dicembre, Laura Cozzolino è giunta al suo caffè nel centro di Napoli ed ha ordinato, come sempre, un caffè forte, subito servito fumante e bollente sul banco di marmo scuro.

Dopo aver indugiato sull'aroma, se l'è scolato in un paio di sorsi veloci. Ma, invece di pagare per il suo caffè, ne ha pagati due, lasciando la ricevuta per un altro — un caffè sospeso, o "suspended coffee" — al barista, per farlo gustare ad uno straniero.

“E' un atto semplice e anonimo di generosità” ha detto la signora Cozzolino, 37 anni, un'impiegata di un'impresa di apparecchiature mediche. “Da napoletana che cerca di limitarsi a quattro caffè al giorno, capisco che il caffè è importante. E' un piccolo piacere di cui nessuno dovrebbe privarsi.”

Il caffè sospeso è una tradizione napoletana emersa prepotentemente durante la Seconda Guerra Mondiale, che sta vivendo in questi ultimi anni un nuovo boom, proprio in concomitanza con la crisi economica.

Le ricevute si lasciano perché vengano utilizzate da coloro che non possono permettersi una tazza di caffè.

Partendo da Napoli, con il passaparola e via internet, l'usanza si è diffusa in Italia e nel mondo, a bar lontani come in Svezia e in Brasile. In alcune località italiane la generosità ora si estende alla pizza o al sandwich sospesi o addirittura ai libri.

Napoli è una città nota per il coraggio, la bellezza, il caos e la criminalità. Malgrado questo, o forse proprio per questo, la sua gente è famosa anche per la solidarietà di fronte alle difficoltà.

Qui nessuno sembra sapere con esattezza quando e come sia nato il caffè sospeso. Ma che sia nato qui lo dicono le piccole cortesie per le quali gli italiani sono famosi — e anche il posto speciale che il caffè occupa nella loro cultura.

In tempi duri, gli italiani possono non avere molte cose, ma il caffè non è tra queste. Perciò il caffè potrebbe essere il prodotto più comune lasciato in molti bar come omaggio a persone troppo povere per pagarselo.

Più del 90% delle famiglie italiane beve caffè tra le mura domestiche; inoltre, per ogni 490 italiani c'è un bar, secondo Illy, uno dei maggiori produttori di caffè italiani, ed un'organizzazione locale che effettua studi su cibi e bevande. L'espresso si coniuga in varianti pressoché infinite: ristretto forte, lungo (con più acqua), macchiato o schiumato (con un po' di latte o schiuma di latte), o corretto (con l'aggiunta di un po' di liquore).

Lo si gusta rigorosamente e in pochi minuti, in piedi, lungo il banco del bar. Rituale nel contempo pubblico e privato, contraddistingue in modo naturale gli orari della giornata.

Molti baristi considerano la procedura di preparazione del caffè quasi "spirituale" e sono orgogliosi di conoscere le preferenze dei propri clienti, persino prima che essi poggino il gomito sul banco e comincino a parlare del sole — o della sua mancanza — oppure a lamentarsi del governo.


Traduzione di Tina Taliercio (Wordfly Language Services). La riproduzione anche parziale è consentita solo dietro autorizzazione di CampaniaHotel.com. Tutti i diritti riservati.